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Il nuovo standard eSRVCC per la telefonia mobile sarà presto disponibile e consentirà il passaggio di chiamate vocali e video dalla rete LTE alle più obsolete reti 3G/UMTS senza interruzioni.



La copertura di rete LTE è ancora limitata in questa fase; la nuova tecnologia è stata sviluppata proprio per superare un importante limite che, fino ad ora, gli operatori impegnati a guidare l’adozione di LTE in Europa si trovavano ad affrontare.
T-Mobile, Huawei, in collaborazione con Qualcomm Technologies (QTI) hanno dimostrato che adesso è possibile ottenere la continuità delle chiamate vocali da rete LTE alla rete 3G/UMTS seguendo lo standard 3GPP Rel. 10.
Non ci saranno più, quindi, ostacoli all’utilizzo di dispositivi LTE di ultima generazione nel nostro continente.
I principali vantaggi della nuova tecnologia Voice Over LTE (VoLTE) riguardano la qualità elevata delle chiamate vocali e l’alta velocità di connessione a Internet.

Questa nuova soluzione, presentata a Vienna all’Innovation Centre di T-Mobile e Hawuei nei giorni scorsi,assicura l’elevata qualità delle chiamate vocali utilizzando la tecnologia LTE.

Il processo di commutazione da rete LTE a una rete alternativa senza soluzione di continuità è stato finalmente ultimato, rendendo il momento del passaggio tra le reti non percettibile dall’utente.
Grazie alla tecnologia di switching di Huawei e ai dispositivi mobili utilizzati per il test, dotati della soluzione VoLTE e di chipset Qualcomm Snapdragon S4 MSM8960, gli operatori di tutta Europa potranno garantire facilmente il passaggio verso le soluzioni a banda larga.
Questo risultato rappresenta una pietra miliare per l’introduzione delle chiamate vocali LTE in Europa e conferma la leadership nell’innovazione di T-Mobile nel mercato austriaco.

La soluzione Voice over LTE di Huawei è stata recentemente premiata come Migliore Nuovo Prodotto LTE in occasione dell’evento IMS World Forum 2012 di Madrid.

Recenti indiscrezioni hanno sottolineato che Apple presenterà il nuovo iPad Mini il 23 ottobre presso lo Yerba Buena Center. Non sappiamo ancora alcune informazioni riguardanti le specifiche hardware ma sembra che Apple aggiornerà anche l’applicazione iBooks per iOS con la finalità rendere maggiormente interessante questo nuovo tablet da 7.85 pollici e l’intero ecosistema dei libri. Andiamo a vedere in dettaglio.

Nelle ultime settimane, i rumors riguardanti il nuovo iPad Mini si sono fatti sempre più presenti e variegati poichè sono trapelate sul web immagini riguardanti il nuovo design del tablet di Apple, alcune fotografie riguardanti la batteria ed infine anche un vero e proprio prototipo che è finito nelle mani di un blogger. Tra gli addetti ai lavori era stata ipotizzata come data di lancio il giorno 17 ottobre, ma ora giungono voci che sottolineano come Apple presenterà il nuovo tablet il 23 ottobre. L’iPad Mini, si vuole imporre sul mercato dei libri, soprattutto quelli scolastici, vista l’introduzione di un altro ecosistema come iBook con all’interno il proprio store ed anche le dimensioni contenute grazie allo schermo da 7.85 pollici. Questo modello di business potrebbe permettere ad Apple di aumentare sia i propri ricavi legati all’hardware che al software poichè molti studenti e non solo potrebbero acquistare la versione digitale dei libri che cercano attraverso l’iBook Store. 
Si ipotizza che il nuovo iPad Mini sarà dotato dell’attuale processore A6, già presente sul nuovo iPhone 5, una batteria con voltaggio di 3.72 Volt ed una capacità di 4490 mAh e tagli di memoria da 8, 16, 32, 64 GB . Per quanto riguarda il display, invece, non vi è certezza se sarà Retina o meno, vista anche la necessità di contenere i costi da parte di Cupertino per essere maggiormente aggressiva, a livello di prezzo, nei confronti di concorrenti come il Nexus 7, Kindle Fire e Kindle Fire HD. Si stima, infine, che il nuovo iPad Mini verrà reso disponibile sul mercato entro la metà di novembre, in modo tale, da poter avere disponibile il periodo natalizio per incrementare le proprie vendite.

E’ soprannominato MegaDroid ed è un progetto nato per migliorare la sicurezza e l’affidabilità di smartphone, tablet, computer portatili e tutti quei dispositivi connessi alla rete, potenzialmente soggetti al rischio di intrusioni informatiche o a interruzioni del servizio. I ricercatori del Sandia National Laboratories, a Livermore, in California hanno collegato tra loro 300.000 dispositivi portatili virtuali dotati del sistema operativo Android di Google, allo scopo studiare le reti smartphone su larga scala. Il progetto punta a realizzare un programma che consenta alla comunità informatica di modellare ambienti simili e studiare i comportamenti della rete. “Uno strumento – spiegano i ricercatori – che consentirà di proteggere al meglio i dispositivi palmari dai malintenzionati”. La sperimentazione si basa sul successo di un lavoro precedente, in cui i ricercatori avevano studiato dei computer virtuali dotati dei sistemi operativi Linux e Windows. “Gli smartphone sono ormai ovunque e vengono utilizzati al pari dei dispositivi elettronici più comuni, come i computer fissi e quelli portatili”, afferma David Fritz, dei Sandia National Laboratories. “Ma, anche se sono un facile bersaglio, nessuno sembra averli studiati su scale come quelle che stiamo osservando”, aggiunge.“Questo network virtuale Android è accuratamente isolato da altre reti del laboratorio o del mondo esterno, ma può essere realizzato in un ambiente di calcolo realistico”, spiega un altro autore della ricerca, John Floren. “Questo ambiente – osserva – potrebbe includere un servizio di dominio (DNS), una chat istantanea, un server web e diverse sottoreti”. Un elemento chiave del progetto è il sistema “parodia” del posizionamento globale (GPS). Gli studiosi hanno, infatti, simulato i dati GPS di un utente smartphone in ambiente urbano, fattore fondamentale in quanto le funzioni Bluetooth e Wi-Fi sono altamente dipendenti dalla posizione fisica e potrebbero facilmente essere controllati e manipolati da malintenzionati. MegaDroid è un punto di partenza “per analizzare e studiare ciò che gli hacker potrebbero fare sulle reti degli smartphone, ma anche uno studio utile per comprendere e limitare i danni causati da eventuali interruzioni di rete per difetti informatici, disastri naturali o atti di terrorismo” concludono i ricercatori.

App tutti ce l’hanno tutti le usano ma cosa sono davvero?http://nbtimes.it/prime/13888/app-tutti-ce-lhanno-tutti-le-usano-ma-cosa-sono-davvero.html

Introduzione a “Google Tag Manager”, un tools gratuito rilasciato da Google che consente di gestire i tag utilizzati per scopi di tracking e di marketing

Secondo il New York Times, Google è già al lavoro per creare una nuova app Mappe per iPhone e iPad ma il progetto richiederà ancora un paio di mesi per essere completato. Big G è stata colta di sorpresa dalle scelte di Apple e pensa di integrare anche la vista 3D.

Le Mappe di Apple integrate in iOS6, considerate non ancora mature da molti, potranno essere abbandonate dagli utenti di iPhone e iPad, per tornare a utilizzare un app dedicata di Google. Il New York Times svela che un team di Big G è già al lavoro sul nuovo software ma che occorreranno ancora circa due mesi per il suo completamento. Nei giorni scorsi erano emerse voci su una nuova app Google già presentata per la pubblicazione su App Store ma non ancora approvata da Apple, voci smentite a stretto giro di posta da Eric Schmidt.

Fin dal rilascio di iPhone 5 e iOS 6 con le Mappe integrate di Apple molti utenti hanno lamentato diverse imprecisioni, scarso e poco affidabile il database dei punti di interesse, fotografie satellitari datate e in bianco e nero. In generale l’app Mappe della Mela è stata considerata un work in progress, immatura e non all’altezza degli standard di Cupertino, soprattutto se confrontata con le Mappe precedenti fornite da Google. Apple ha dichiarato che le proprie Mappe migliorerano con il tempo e sta assumendo personale specializzato per velocizzare le operazioni.

In ogni caso gli utenti di iPhone e iPad dovranno pazientare ancora un po’ per poter usufruire di nuovo del sistema cartografico di Big G e questo per due ragioni. Innanzitutto sembra che Google sia stata colta di sorpresa dall’esclusione delle proprie Mappe in iOS 6 da parte di Apple. Il contratto tra i due colossi non era ancora giunto a termine così Big G ha appreso dei piani di Apple sulle proprie Mappe in iOS 6 solo dalla presentazione ufficiale del mese di giugno. Sembra che i lavori sulla nuova app Mappe di Google per iPhone e iPad siano cominciati proprio in quei giorni. In secondo luogo Google non vuole presentare una soluzione priva di una funzione paragonabile al Flyover 3D di Apple.
Mountain View dispone da tempo di visuali 3D ma queste sono integrate in Google Earth e non nelle Mappe: la diversità di codice dei due software richiede lavoro aggiuntivo per realizzare l’integrazione. Il completamento dei lavori sull’app Mappe di Big G è previsto entro la fine dell’anno: se tutto andrà secondo i piani sarà disponibile entro la fine di quest’anno o all’inizio del prossimo.