Oggi il mercato degli smartphone e dei tablet ha rivoluzionato la comunicazione e le opportunità di business. Realizzare un’applicazione per la propria azienda o per
E’ soprannominato MegaDroid ed è un progetto nato per migliorare la sicurezza e l’affidabilità di smartphone, tablet, computer portatili e tutti quei dispositivi connessi alla rete, potenzialmente soggetti al rischio di intrusioni informatiche o a interruzioni del servizio. I ricercatori del Sandia National Laboratories, a Livermore, in California hanno collegato tra loro 300.000 dispositivi portatili virtuali dotati del sistema operativo Android di Google, allo scopo studiare le reti smartphone su larga scala. Il progetto punta a realizzare un programma che consenta alla comunità informatica di modellare ambienti simili e studiare i comportamenti della rete. “Uno strumento – spiegano i ricercatori – che consentirà di proteggere al meglio i dispositivi palmari dai malintenzionati”. La sperimentazione si basa sul successo di un lavoro precedente, in cui i ricercatori avevano studiato dei computer virtuali dotati dei sistemi operativi Linux e Windows. “Gli smartphone sono ormai ovunque e vengono utilizzati al pari dei dispositivi elettronici più comuni, come i computer fissi e quelli portatili”, afferma David Fritz, dei Sandia National Laboratories. “Ma, anche se sono un facile bersaglio, nessuno sembra averli studiati su scale come quelle che stiamo osservando”, aggiunge.“Questo network virtuale Android è accuratamente isolato da altre reti del laboratorio o del mondo esterno, ma può essere realizzato in un ambiente di calcolo realistico”, spiega un altro autore della ricerca, John Floren. “Questo ambiente – osserva – potrebbe includere un servizio di dominio (DNS), una chat istantanea, un server web e diverse sottoreti”. Un elemento chiave del progetto è il sistema “parodia” del posizionamento globale (GPS). Gli studiosi hanno, infatti, simulato i dati GPS di un utente smartphone in ambiente urbano, fattore fondamentale in quanto le funzioni Bluetooth e Wi-Fi sono altamente dipendenti dalla posizione fisica e potrebbero facilmente essere controllati e manipolati da malintenzionati. MegaDroid è un punto di partenza “per analizzare e studiare ciò che gli hacker potrebbero fare sulle reti degli smartphone, ma anche uno studio utile per comprendere e limitare i danni causati da eventuali interruzioni di rete per difetti informatici, disastri naturali o atti di terrorismo” concludono i ricercatori.
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Secondo il New York Times, Google è già al lavoro per creare una nuova app Mappe per iPhone e iPad ma il progetto richiederà ancora un paio di mesi per essere completato. Big G è stata colta di sorpresa dalle scelte di Apple e pensa di integrare anche la vista 3D.
Fin dal rilascio di iPhone 5 e iOS 6 con le Mappe integrate di Apple molti utenti hanno lamentato diverse imprecisioni, scarso e poco affidabile il database dei punti di interesse, fotografie satellitari datate e in bianco e nero. In generale l’app Mappe della Mela è stata considerata un work in progress, immatura e non all’altezza degli standard di Cupertino, soprattutto se confrontata con le Mappe precedenti fornite da Google. Apple ha dichiarato che le proprie Mappe migliorerano con il tempo e sta assumendo personale specializzato per velocizzare le operazioni.
Mountain View dispone da tempo di visuali 3D ma queste sono integrate in Google Earth e non nelle Mappe: la diversità di codice dei due software richiede lavoro aggiuntivo per realizzare l’integrazione. Il completamento dei lavori sull’app Mappe di Big G è previsto entro la fine dell’anno: se tutto andrà secondo i piani sarà disponibile entro la fine di quest’anno o all’inizio del prossimo.