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Multimedia Agency – WIPsrl

Nata nel 2000 come web agency, oggi la Wipsrl è un centro di servizi
informatici e pubblicitari, specializzata nei diversi campi della comunicazione globale.
L’obiettivo della Wip è di usare creativamente l’innovazione tecnologica per costruire infrastrutture IT più leggere, flessibili ed efficaci, e dare un valido supporto ai nostri clienti, massimizzando i loro investimenti e semplificando la gestione del loro business.

p» Realizzazione e Gestione di Portali e Siti Web
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» Social Media Marketing
» Sviluppo di Games ed Educational interattivi
» Gestionali e Sviluppo Software 
» Grafica e Stampa di materiale Pubblicitario


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Scaricatore Video Pro è una nuova applicazione disponibile su Apple Store il 26 Novembre, la settimana scorsa. Con questa applicazione potrete scaricare e riprodurre tutti i filmati che trovate sparsi nel web, direttamente dal nostro iPhone e iPad.

Scaricatore Video Pro è in grado di eseguire il download e la riproduzione dei seguenti formati: Flv (flash video), wmv , mpeg, mpeg1, mpeg2, mpeg4, 3gp, sf, avi, divx, dv, gxf, m2p, m2ts, m2v, m4v, mkv(non-hd), moov, mov, mp4, mpg, mpv, mt2s, mts, mxf, ogm, ogv, ps, qt, ts, vob, webm, wm.
Per eseguire il download del contenuto è sufficiente eseguire una pressione prolungata sullo schermo.

Tra le funzioni dell’applicazione troviamo:

- un browser web per la ricerca dei contenuti e la navigazione

- segnalibri

- download in background

- supporto ad Air-Play per inviare i contenuti su Apple TV

- file Manager

Scaricatore Video Pro è in grado di scaricare interi film sul nostro iPhone o iPad e di avviarne lo streaming anche offline, lo trovate disponibile al download su Apple Store a 0,89 cent.

Il colosso dei social network, secondo voci indiscrete, sta pensando di portarsi a casa Whatsapp, l’app di instant messangere per inviare gratuitamente messaggi, foto e video.
Questa mossa non potrebbe fare altro che migliorare la posizione del social network sul mercato mobile.
Questa scelta non è un caso, infatti solo su Google Play l’app è stata scaricata gratuitamente da quasi due milioni di persone, mentre su Apple Store ha un costo irrisorio di 0,89 cent. Gli oltre 10  milioni di messaggi inviati giornalmente lasciano intuire che in molti abbiano preferito spenderli per acquistare quest’applicazione piuttosto che pagare ogni volta gli sms.

L’idea dell’acquisizione arriva dopo il traguardo del miliardo di utenti attivi sul social network che punta sempre di più a raggiungerne altrettanti puntando al settore della telefonia. Già con l’acquisto di Instagram un passo era stato fatto.

Quello che rimane da capire è se i fondatori di WhatsApp - Brian Acton e Jan Koum – sono disposti a scendere a compromessi: in più occasioni, è stato specificato come gli annunci pubblicitari siano fuori discussione. Entrambi ex dipendenti di Yahoo, sono assolutamente contro i banner, così come non apprezzano chi vende al primo offerente il proprio prodotto. Mark Zuckerberg, invece, è dell’opinione opposta. Come andrà a finire? Staremo a vedere.

                                                                                                                                                 

Dal 3 al 14 dicembre, si terrà a Dubai il World Conference on International Telecommunications (WCIT 2012), appuntamento importante in cui si gioca il destino della rete.

Stavolta, il rischio è che l’International Telecommunication Union (l’ITU, l’organismo per le telecomunicazioni dell’ONU) decida di arrogarsi diritti di controllo sui sistemi basilari per il funzionamento del World Wide Web e degli altri servizi TCP/IP che ora sono in mano ad altre organizzazioni (es. ICANN)prevalentemente influenzate dalla politica statunitense.

Molti i parlamentari che si sono mobilitati contro questa ipotesi e lo stesso Google, che ha lanciato un appello agli utenti della rete per coalizzarsi contro quello che viene descritto come un tentativo di mettere le mani sul controllo della rete telematica mondiale da parte dell’ONU e relativi paesi membri.

Lo slogan coniato per l’occasione è: “Una rete libera e aperta per un mondo libero e aperto”.

Altro argomento importante della WCIT 2012 è quello della tassazione degli operatori “Over the Top”, cioè i colossi dei contenuti digitali che viaggiano sulle reti mobili come Google, Facebook o Apple. In questa battaglia si sono schierate da un lato le società di telecomunicazione e dall’altro i content provider. L’obiettivo è ottenere una parte degli introiti generati dal traffico dati (per il download e l’upload di video, app e altro) che viaggia sulle infrastrutture dei carrier telefonici.

Altri argomenti in discussione a Dubai saranno la censura dei contenuti online, che alcuni Stati voglio richiedere come diritto.

“Take action”, cioè prendete l’iniziativa è il video dell’appello lanciato da Google.


Nell’anniversario dell’attacco al Parlamento britannico da parte del ribelle inglese Guy Faweks nel 1605 per protesta contro la repressione neo-cattolica, il gruppo di “hacktivisti” Anonymous, ha lanciato una serie di attacchi.

Guy Faweks
Questa volta ad essere preso di mira è Pay Pal, il diffusissimo sistema di pagamenti online, utilizzato da mezzo mondo, che nelle ultime ore è stato hackerato e derubato della lista di login di 28mila utenti.
La notizia ufficiale è stata pubblicato dall’account Twitter di Anonymous Press, accompagnato da una lista di nomi, cognomi e-mail, password e addirittura numeri di telefono.

Tra i bersagli di Anonymous figurano anche la Symantec, produttrice del celebre antivirus Norton, il sito della NBC, Imageshack e Zynga, produttore di videogame online, come Farmville e Cityville con centinaia di utenti attivi su Facebook. La scelta di Anonymous è relativa alla decisione di Zynga di effettuare una serie di tagli al personale, sacrificio necessario per rilanciare l’azienda che dallo scorso dicembre ha perso in Borsa il 75% del suo valore; anche se nei giorni scorsi la stessa Zynga ha ammesso di avere a disposizione riserve monetarie per 1,6 miliardi di dollari, ed è per questo che gli hacktivisti si chiedono perché non utilizzare queste riserve invece di mandare a casa tanti lavoratori?

A tal proposito Anonymous torna a minacciare di mettere offline Facebook, come fece tempo fa, proprio perché accusata di spalleggiare Zynga.

Bluff o no, conviene comunque effettuare un salvataggio dei dati nel frattempo non resta che aspettare.


Novità per gli appassionati di Call of Duty, uno dei più grandi successi video ludici di sempre: videogame che col tempo ha permesso ai suoi utenti di appassionarsi alle vicende belliche raccontate in ogni episodio offrendo esperienze di gioco spettacolari, ricche di azione che anche grazie all’introduzione di un comparto multiplayer molto curato e ricco di modalità di gioco ancora più sensazionale rispetto alle serie passate.

Il nuovo episodio come descritto in un nostro precedente articolo, denominato Call of Duty: Black Ops 2, il team di sviluppo Treyharc si è occupato di dare vita a qualcosa di interessante, ambientato in un futuro prossimo nel quale un gruppo terroristico è entrato in possesso dei codici di attivazione delle tecnologie belliche di alcune delle superpotenze militari più grandi al mondo.
Call of Duty: Black Ops II
In attesa del nuovo episodio,e per offrire un assaggio delle nuove atmosfere di gioco, Activision e Game Stop Italia hanno lanciato a su Facebook l’applicazione Zombify Me, creata per promuovere la modalità zombie presente in questa nuova iterazione.
L’applicazione consentirà agli utenti di pubblicare una propria foto e, attraverso strumenti di modifica che permettono di aggiungere sangue, ferite, cicatrici e consentirà di vedere il processo di trasformazione in zombie del proprio volto.
Qualcosa di divertente che permetterà di farsi una idea di ciò che troveremo all’interno del gioco, che come ricordiamo uscirà in Italia il prossimo 13 novembre.

Ad un mese dall’uscita dell’iPhone 5, gli sviluppatori Apple hanno rilasciato le versioni iOS 6.0.1 e 6.1 in beta; la prima release è un upgrade della 6.0 e sarà resa disponibile come aggiornamento per tutti coloro che possiedono un device compatibile.

Mentre per la 6.1, per quest’ultima non avendo ancora raggiunto stabilità verrà introdotta nel circuito per i test e il debugging nel quale sono coinvolti soltanto alcuni utenti appositamente selezionati.
La release 6.0.1 è stata effettuata per migliorare le prestazioni dell’iPhone 5: soprattutto in quest’ultimo, l’aggiornamento 6.0 rendeva la tastiera virtuale di difficile utilizzo, ed erano stati riscontrati problemi nella gestione del modulo WI-FI e negli aggiornamenti on the air. A tal proposito è stato introdotto uno strumento collaborativo, ossia un pulsante grazie al quale gli utilizzatori potranno fare delle segnalazioni ad Apple ad esempio, relativamente ad errori contenuti nelle mappe.

Avreste mai immaginato di poter controllare l’illuminazione della vostra casa direttamente dal telefonino o dal vostro tablet?

Oggi è possibile grazie  a Philips Hue, un sistema di illuminazione domestica a LED controllabile direttamente dal vostro iPhone, iPod Touch o iPad attraverso un’app disponibile su Apple Store.

Con Philips Hue potrete controllare non solo l’accensione e lo spegnimento, ma vi dà anche la possibilità di creare nuovi colori da abbinare ai colori della vostra casa, del vostro arredamento o ai colori del cielo.

Attraverso quest’applicazione, sarà inoltre possibile programmare un timer che gestirà per noi la routine quotidiana, sarà possibile regolare la tonalità, salvare gli effetti luminosi preferiti per utilizzarli successivamente.

E non finisce qui, l’app presenta una funzione denominata LightRecipes con 4 programmi pre-impostati, sulla base di studi effettuati da ricercatori, per aiutare a rilassarsi, per conciliare il sonno, per leggere o funzionare da energizzante.

Philips Hue è disponibile in tutti gli Apple Store: un kit base di 3 lampadine a LED al costo di 199 euro, prezzo che potrebbe sembrare elevato, ma Philips sostiene che si ammortizza col tempo perché la durata media garantita di ogni lampadina è di 15 anni.

Ecco a voi il video di presentazione del prodotto

Apple ha iniziato a modificare i prezzi delle app portandoli da un costo base di 0.79 € a 0,89 € per ogni app distribuita ai clienti di iPhone, iPad e i Pod Touch.

I nuovi prezzi minimi saranno visibili già dalle prossime ore, in più saranno aumentate le commissioni agli sviluppatori di app che passeranno dal 30% al 40%, in alcuni casi questa percentuale verrà anche arrotondata al 41%.

Il motivo di tale cambiamento è da ricercarsi nella crisi che sta investendo l’eurzona: l’euro non è forte come un fa, automaticamente i tassi di cambio sono cambiati in maniera significativa, da non dimenticare anche che l’IVA, in alcuni paesi come Italia e Olanda, è passata dal 20% al 21%.

In definitiva, i nuovi cambiamenti in casa di Cupertino faranno sì che la clientela paghi un po’ di più per ogni contenuto acquistato in App Store, e che gli sviluppatori guadagnino leggermente meno dalle vendite delle loro applicazioni. 
Apple ha inoltre introdotto nello shop virtuale altre valute, quali i rubli russi, rupie indiane, lire turche ed altre, quando prima gli utenti dovevano effettuare gli acquisti pagando il corrispettivo in dollari.
Tale rincaro non dovrebbe compromettere in alcun modo l’ormai incessante downloading di applicazioni, che a partire dalle varie piattaforme risulta essere un fenomeno non solo consolidato, ma in continua espansione, come confermano le varie ricerche che analizzano i trend de settore mobile.